10 ottobre (Gianluca) – Una città “in costruzione”

Dopo un lungo viaggio in aereo siamo atterrati ad Addis Abeba intorno alle sei e mezzo del mattino, tra la nebbia e il freddo della capitale etiope. Ci avevano detto di aspettare padre Gabriel (un amico della famiglia di Michele) che ci avrebbe portato in giro per Addis Abeba, in modo da occupare le otto ore di scalo nella capitale, e saggiamente, abbiamo scelto di farci un giro per questa città: una città, almeno all’apparenza, in costruzione, dove le persone cercano di fare il proprio meglio per migliorare l’ambiente circostante. La nostra giornata è iniziata aspettando per troppo tempo padre Gabriel (“ora arrivo”…”sto arrivando…” “un quarto d’ora”) e già da qui abbiamo capito quali sono i tempi africani; siamo andati a fare colazione in un bar tetro, però abbiamo mangiato un’ottima marmellata, accompagnata da pane e burro. Poi è iniziata la nostra giornata in giro per Addis Abeba: la vecchia stazione ferroviaria, la Cattedrale di san Francesco e il monastero, molto bello e particolare, dove padre Gabriel vive, e dove ha sede l’unica università cattolica dell’Etiopia. Poi, una volta tornati in aeroporto e ripreso l’aereo per Axum, è iniziata la parte finale del nostro viaggio. Una volta atterrati siamo saliti su un pulmino con destinazione Adwa. Adwa, perfetto contrasto con Addis Abeba , più povera e decisamente più piccola. I bimbi e le persone qui, appena ti guardano, ti sorridono e ti salutano con tutta l’allegria del mondo, con degli occhi così grandi e profondi che ti ci puoi perdere dentro. I miei compagni di viaggio sono dei “grandi”, senza di loro non penso sarebbe lo stesso. Le mie emozioni oggi sono state fortissime, dal decollo a Fiumicino ad ora, che tra un temporale e l’altro scrivo, ma più di tutto mi rimane impresso il volto di un bambino, che si è avvicinato alla nostra macchina senza un occhio chiedendo l’elemosina. Spero di saper dare amore e gioia a tutti i 900 e passa bambini che ci aspettano.